Il passaggio ad una visione multiscreen ed il cambio di fruizione dei contenuti web, da parte degli utenti, delineano nuovi modelli per l’intero mercato del video advertising.

Il video advertising ha ormai concluso il passaggio da una condizione di connessione monoscreen (televisione), schermo grande dedicato principalmente all’intrattenimento fruito da casa per fasce orarie, verso l’attuale sistema multiscreen (pc, mobile, tablet), schermi più piccoli dedicati a scopi differenti come intrattenimento, condivisione, informazione, shopping, fruiti in continuità ed ovunque.
A questo si somma il cambiamento nella fruizione dei contenuti da parte degli utenti: dal modello tv monodirezionale (ricevo passivamente, senza interagire) a quello digitale bidirezionale (ricevo attivamente poiché posso interagire).

In chiave marketing, questa doppia transizione implica la nascita di nuovi paradigmi a cui non possiamo non tener conto.

  1. La forma condiziona la performance

Un video pensato per impattare su uno schermo da 50 pollici davanti ad un pubblico seduto sul divano di casa non avrà le stesse performance se trasmesso su uno schermo da 5 pollici fruito in movimento e senza sonoro all’avvio. Abituiamoci, dunque, a considerare alcuni elementi (grandezza dell’immagine, durata del video, colonna sonora ed editing) non solo dal punto di vista estetico, ma anche come fattori in grado di influenzare l’attenzione dell’utente.
Mai come oggi, infatti, i “size matters” possono giocare un ruolo chiave nella costruzione del ritorno sull’investimento.

La soluzione non è produrre di più poiché maggiori sono le piattaforme, bensì farlo in modo chiaro ed avere consapevolezza rispetto a su quali device e in quali ambiti si vuol essere presenti ed operare di conseguenza riformattando il materiale secondo diverse idee e strutture.

 

“Consigli per gli acquisti”

L’inizio del video è FONDAMENTALE, lo schermo ridotto vuole impatto visivo e nella maggior parte dei casi audio disattivato; piattaforme diverse richiedono soluzioni diverse.

 

  1. Il contenuto determina l’engagement

La forma genera attenzione ma sono i contenuti che determinano il coinvolgimento.

Il focus si sposta dal prodotto/servizio a ciò che è rilevante per lo user.

Inoltre, è bene considerare che il digitale è un ambito di spazi tematici dove l’utente naviga principalmente per interesse, pertanto, creativamente, questo flusso va assecondato e non interrotto. L’approccio narrativo deve valorizzare argomenti e tematiche del contesto che vuole ingaggiare l’utente. È fondamentale fare un identikit dello user e dei suoi interessi (attraverso CRM, Analytics, Big Data, etc.), non solo come fonte di materia prima per la pianificazione media, ma anche per creare idea e stile del messaggio, il cui obiettivo è quello di sempre (farsi notare), ma che per farlo deve saper parlare la stessa lingua dei suoi destinatari.

 

“Consigli per gli acquisti”

Focus primario sugli interessi dello user e non sul prodotto/servizio;

Creatività, formato e durata immersi nel contesto.

 

 

  1. L’interazione determina la performance

La performance è rilevante quando alla visione dell’adv segue una risposta dello user.
I video tutorial, le promozioni, gli advergame sono efficaci per generare risposte dirette a call to action.

Viceversa, curiosità, news, entertainment (sharing factors) generano più facilmente risposte indirette come la condivisione di video nella propria cerchia social.

L’interazione su mobile impone attenzione alle dimensioni dello schermo, ma soprattutto alla durata dei messaggi.
“Consigli per gli acquisti”

La realtà aumentata si sta affermando sempre più come tecnologia capace di aprire nuovi territori creativi e interattivi al video advertising: Pokemon docet.

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