In principio sono stati i Google Glass, seguiti a ruota da chi si è inserito nella scia e ha cercato di proporre la sua versione del famoso dispositivo.

A partire dalla loro introduzione, si è iniziato a parlare di un concetto che in realtà non era nuovo, ma che con questi dispositivi è salito alla ribalta: la realtà aumentata.

Di cosa si tratta? Ecco una definizione: la realtà aumentata consente di intervenire in diretta su un flusso di immagini e video in tempo reale , aggiungendo ad elementi reali altri che sono virtuali (animazioni 3d, filmati, elementi audio e multimediali). Essa non deve essere confusa con la realtà virtuale:  la realtà aumentata infatti sovrappone immagini e testi a ciò che vediamo realmente  intorno a noi, senza oscurarlo del tutto, mentre la realtà virtuale  annulla per intero ciò che si trova intorno all’utente, dando la sensazione di essere in un altro spazio, completamente ricostruito (virtualmente appunto) attorno agli occhi di chi lo osserva.

Da subito applicata nel settore medicale e scientifico, la realtà aumentata si è poi diffusa in altri ambiti: non ultimo, è stata usata dai brand per vari scopi, da promozionali a scopi di customer service.

Un esempio è lo specchio interattivo di una nota casa cosmetica, che permette alla cliente di “provare” i trucchi in modo digitale, in diretta, per avere un’idea del prodotto prima di acquistarlo.

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