The Right to be Alone – La Privacy

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31 Ottobre 2014 -

“The Right to be Alone”, detta così e pensando alle nostre vite, al telefono che squilla, alle mail che arrivano in continuazione, ai bambini che strillano, al caos sui trasporti pubblici, al traffico,… sembrerebbe un sacrosanto diritto. Louis Brandeis, quando ha formulato per la prima volta questo concetto, pensava proprio a questo, cioè al “diritto di essere lasciati soli”, cioè avere dei propri spazi, dei propri tempi, da non condividere con nessuno: il diritto di avere del tempo o un luogo assolutamente per sé. Così nacque la Privacy. E così nacque anche la sua tutela, che nonostante sia assolutamente necessaria ed irrinunciabile, riesce irrimediabilmente a complicare il lavoro di chiunque si occupi di siti web e di web marketing; questo avviene soprattutto perché è una scienza in costante evoluzione, e così come nascono sempre nuovi modi per carpire i nostri segreti, studiare i nostri comportamenti, entrare nella nostra vita a nostra insaputa, devono nascere sempre nuove norme che combattano queste violazioni, in particolare nel complicato settore web, e le web agency devono inevitabilmente adattarsi alle nuove normative. L’ultima, la più recente, datata giugno 2014, riguarda l’utilizzo dei cookies. I cookies sono file di testo che vengono depositati sul computer dell’utente che visita il sito per fornire dati utili a meglio comprendere il suo comportamento. Esistono diversi tipi di cookies, in particolare, distinguiamo quelli “tecnici” (di navigazione o di sessione), che garantiscono la normale navigazione e fruizione del sito web (permettendo, ad esempio, di realizzare un acquisto od autenticarsi per accedere ad aree riservate); cookie analytics, che normalmente vengono utilizzati direttamente dal gestore del sito per raccogliere informazioni, in forma aggregata, sul numero degli utenti e su come questi visitano il sito (es. Google Analytics, che noi utilizziamo per avere informazioni su come migliorare i nostri siti); cookie di funzionalità, che permettono all’utente la navigazione in funzione di una serie di criteri selezionati (ad esempio, la lingua, i prodotti selezionati per l’acquisto) per migliorarne l’esperienza di navigazione. In alternativa, esistono anche i cookie di profilazione, che sono volti a creare profili relativi all’utente e vengono utilizzati al fine di inviare messaggi pubblicitari in linea con le preferenze manifestate dallo stesso nell’ambito della navigazione in rete (es. Remarketing). E questa nuova normativa come complica la vita dei web developer? Nel momento in cui l’utente accede a un sito web, deve essergli presentata una prima informativa “breve”, contenuta in un banner in home page (o altra pagina tramite la quale l’utente può accedere al sito), integrata da un’informativa “estesa”, alla quale si accede attraverso un link cliccabile dall’utente, dove l’utente potrà accedere a tutte le informazioni relative ai cookies utilizzati sul sito, e dove, soprattutto, potrà trovare tutte le procedure per negare il proprio consenso al loro utilizzo. Questo è al momento sufficiente per i cookies tecnici, cioè quelli utilizzati sui siti Lovemark. Si ha tempo un anno dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale (giugno 2015), per prendere provvedimenti. Lovemark ha contattato il Garante Privacy per comprendere meglio le nuove normative, e si sta già muovendo per informare i propri clienti di questi cambiamenti. Perché la Privacy è un diritto, e dobbiamo permettere a tutti di scegliere consapevolmente di essere lasciati soli, anche quando visitano il nostro sito.