iPigrizia

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31 Luglio 2015 - Lvmk Staff

iPigrizia

Quanti di voi riescono ancora a sopportare un’attesa, un momento vuoto come l’autobus in ritardo o che la pizza si cuocia in forno, senza sbloccare lo smartphone? Pensateci.

 

Fidatevi: nessuno. Io stesso faccio fatica ad aspettare che la macchina del caffè dell’ufficio finisca di erogare senza estrarre il mio nexus 4 dalla tasca per poi, tra l’altro, non farci nulla di immediatamente sensato (anche perché a quel punto è già pronto il caffè della macchinetta).No, sul serio, spesso, soprattutto in quei suddetti lassi di tempo più o meno protratti, ci lasciamo andare in quei gesti automatici dell’estrarre il telefono per scorrere le notifiche, aprire la galleria, ancora scorrere, guardare le ultime foto su Instagram; quindi in sintesi con queste azioni ormai meccaniche cosa si è fatto di produttivo? Nulla, tutt’al più si avrà scorto qualche notizia generica da qualche feed di qualche tabloid in formato elettronico.

Quanti di voi per esempio sapevano che esistono più di 200 esopianeti del tutto simili alla terra, ma che in nessuno di essi (kepler 452b compreso) nessun essere umano vi metterà mai piede in questa vita? Certo, sempre che non conosciate qualcuno capace di vivere più degli anni che ci separano da Omero, dato che è questa la distanza temporale stimata dalla terra verso il “nuovo” pianeta.
La maggior parte dei miei coetanei e in un primo momento, me compreso, ha letto il titolo della notizia, che qualcuno ha condiviso da un reblog di un repost di uno share di un like di una persona famosa, e, presa dal normale entusiasmo che la notizia stessa può provocare in chiunque la legga, lo ha semplicemente repostato accompagnandolo con un’esclamazione banale o, perché no, incalzando uno scherzo del tipo “ci sarà il WiFi su Kepler?”.

E’ quasi come se fossimo diventati pigri, o peggio lo fossimo sempre stati. “I giovani vogliono tutto subito”. O magari non c’è più tempo. “I ritmi della vita moderna ci perseguitano” e l’effetto collaterale potrebbe appunto essere la troppa “rilassatezza mentale” sfoderata in ogni pausa. Sono tutti luoghi comuni, ma la realtà che ci sta intorno è questa e così facendo non ci dirigiamo, a mio avviso, verso nulla di entusiasmante.

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