Io penso che sia dovuto molto di più al loro modo di sentirsi parte di un gruppo, al loro comportamento quotidiano, alla condivisione degli obiettivi e delle regole, alla motivazione e soprattutto alla passione in quello che fanno.
Solo chi lo vive tutti i giorni può comprendere l’enorme dispendio di energia psicofisica che richiede coordinare un’attività di questo tipo … perché le persone, vuoi che se ne dica, sono la parte più “complessa” di questo mondo. E fare in modo che diventino come un’orchestra che suona all’unisono, necessita secondo me di quattro ingredienti che devono essere sufficientemente amalgamati: pazienza, attitudine al problem solving, passione, e quella che io chiamo “capacità di capire quale è il male minore”. Sì, avete capito bene: il male minore! Perché ogni giorno bisogna prendere decisioni che da un lato o da un altro produrranno conseguenze sulle persone e, soprattutto, sulla buona riuscita di un progetto!
Un ultimo pensiero va al motore di ogni agenzia, ovvero la “passione” rispetto a questo mestiere. Mi occupo quotidianamente di coordinare e supportare l’intero team di Lovemark e mi rendo conto che questo aspetto non può essere trascurato: senza passione il proprio lavoro potrà essere perfetto ma mancante di qualcosa … quel qualcosa che io chiamo “il plus” di un progetto! Si possono fare tutti i passi giusti, ma senza quella motivazione che ci spinge a fare sempre meglio, il rischio è quello di rimanere fermi, e ci sveglieremo un giorno e tutto quello che sappiamo sarà finito nell’Olimpo delle cose scontate.
Concludendo, alla fine di ogni progetto tutti dovremmo porci alcune semplici domande ma che permettono di fermarci un momento a riflettere. Alcuni esempi:
1) Ho terminato in maniera ottimale il mio progetto?
2) Sono stato capace di gestire al meglio un conflitto?
3) Ho fatto il massimo?
4) Sono in grado di rapportarmi con gli altri?
5) Posso fare meglio la prossima volta?
6) Il mio cliente è soddisfatto?
Se hai risposto sì ad almeno 5 su 6 … sei la persona giusta per noi!