Condividere le conoscenze tra colleghi fa bene all’azienda

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6 Novembre 2019 - Ilaria Zorzo

CONDIVIDERE LE CONOSCENZE TRA COLLEGHI FA BENE ALL’AZIENDA

Sull’importanza cruciale di formare le risorse in azienda è stato detto e scritto molto. Negli ultimi anni, abbiamo assistito al proliferare di corsi, master ed eventi che – in maniera più o meno strutturata – propongono occasioni per aggiornarsi sui temi più disparati.

Essere competitivi e proattivi nel proprio settore non è solo un obiettivo importantissimo per le imprese, ma una vera e propria sfida: per vincerla occorre adeguare le proprie conoscenze ai tempi, aggiornarsi sui trend e sull’utilizzo dei nuovi strumenti.

Cosa succede, però, quando la partita si gioca sul campo del digital marketing?

Quando si opera in un settore, per sua natura, in costante mutamento, bisogna imparare ad adottare metodi efficaci che consentano a tutte le risorse di essere sempre adeguatamente formate. Tutto questo, nel rispetto delle esigenze dell’azienda e dello specifico ruolo che rivestono al suo interno.

Sappiamo tutti che le competenze necessarie a “performare” al meglio all’interno della realtà aziendale variano a seconda della propria funzione. Tuttavia, il rischio di prendere questa semplice considerazione “troppo alla lettera” è che le risorse vengano formate esclusivamente su argomenti propedeutici allo svolgimento delle rispettive mansioni.
Facciamo un esempio. Un commerciale deve saper vendere e, per farlo, ha bisogno di conoscere il prodotto o il servizio che propone. È naturale, quindi, pensare che dovrà formarsi o aggiornarsi principalmente sulle caratteristiche di quel prodotto o servizio. Ma cosa succede se, nel frattempo, cambiano gli strumenti attraverso i quali approcciare i clienti e quel patrimonio di conoscenze resta dominio esclusivo dei tecnici dell’azienda? La produttività del commerciale ne risentirebbe.

Per arginare questo rischio, una soluzione potrebbe essere quella di creare un flusso di conoscenze, attraverso il coinvolgimento delle risorse più indicate in formazioni esterne (curate da società specializzate), da “riversare” poi all’interno dell’impresa.
In accordo con una simile configurazione, una volta che alcune figure professionali hanno avuto accesso a corsi innovativi e tecnici, relativi ad argomenti anche molto verticali, dovrebbero poi trasferire quelle conoscenze a chi, tra i colleghi, su quel preciso tema ha la necessità di essere formato ma in modo molto meno approfondito.

Proseguendo con il nostro esempio: uno specialist partecipa a un corso, sia esso in aula o online, che riguarda le nuove possibili integrazioni con il proprio gestionale. In questa formazione si parlerà di codici, di dati e di software, come il CRM. Una volta conclusa la formazione, le strade possibili sono due:

– Il tecnico potrà tenere all’interno del proprio reparto quanto appreso, migliorando le prestazioni dell’azienda relativamente a un singolo processo;

– Lo stesso può coinvolgere anche i commerciali e il marketing e raccontare che ora è possibile adottare nuovi strumenti che permettono – ad esempio – di gestire l’invio degli inviti e il follow up di un evento grazie a software di marketing automation, collegabili al proprio CRM.

Quale ritenete possa essere l’opzione che genera più valore per l’azienda? Noi, non abbiamo dubbi.

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